24 Febbraio 2014
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Le favette
Avanzate un po’ di pasta dei crostoli, fatene qualche tondino sfregando la pasta tra le mani, diametro di due centimetri circa, non di più; tagliate a rondelle di circa un centimetro di spessore, schiacciatele un po’ al centro, tra pollice e indice, gettatele in padella, ritiratele quando si sono scurite sul tono beige molto carico, zucchero semolato, mangiatele fredde, tenetele fuori dal frigorifero, durano quanto i crostoli
Favette cotte della tradizione Dolci d’inverno, ma anche di carnevale
Smejiassa
Somiglia alla pinza, ma è più morbida e si può mangiare anche direttamente dalla pentola
Ingredienti: 250 grammi di farina da polenta, quella che avete in casa, meglio se bramata o di maranello, anche bianca e gialla mescolate; un po’ di pane vecchio fatto a pezzetti, 100 gr. di melassa di canna da zucchero, reperibile in mesticheria o da qualche alimentarista ben assortito, 100 grammi di zucchero semolato, del tipo che preferite, poco più di un litro di latte, due o tre pizzichi di sale, un uovo sbattuto, 10 gr. di pinoli, 50 gr. di cedrini a pezzettini, 60 gr. di uvetta, il succo di un’arancia grande tarocco o di due moro, buccia d’arancia a pezzettini battuti a coltello sul tagliere, massimo di mezza arancia, 10 gr. di olio d’oliva, 30 gr. di strutto, mezza bustina di lievito
Impastate una polentina giusta, non troppo liquida altrimenti vi ci vuole troppo forno, non troppo densa, altrimenti la smejassa non viene morbida; unite tutte le parti fredde, mescolate bene e per ultimo aggiungete l’uovo, rimescolate; imburrate e spolverate di pan grattato una teglia piuttosto alta da forno, metteteci l’impasto, sopra il quale potete stendere un velo di melassa o, se vi piace un po’ di crostina, di zucchero semolato
Infornate a temperatura di 160° a forno caldo, fatela andare per venti minuti, portate il forno a 180° per altri venti minuti, poi 200° fino a circa mezzora, tenendola ben sorvegliata; passati tre quarti d’ora controllate lo stadio di cottura con uno spiedino di legno; ritiratela quando lo spiedino esce piuttosto asciutto, diversamente avrete un po’ esagerato con il latte e continuerete per un po’ la cottura
Lasciate raffreddare un po’, capovolgete su un piatto di grandezza adeguata, fondo e comunque concavo, rovesciate poi la smejassa su un piatto piano; va mangiata tiepida
Se non vi va di fare le operazioni finali di doppia rovesciata potete lasciarla nella teglia e mangiarla appena sarà tiepida direttamente dalla teglia; se invece disponete di una buona teglia apribile potrete aprire e lasciarla sul fondo per poi offrirla agli amici con aria di dolce un po’ grezzo ma molto buono e nutriente
Questo dolce è praticamente scomparso, se ne trova ricetta ancora in un ricettario veneto e nella memoria di donne di campagna anziane